Il roseo,l’arancio,
il rosso,
calano
come sipari
sulla
Città.
Mistici chiarori,
furtivamente s’infiltrano
tra
i secoli.
Arcane sapori
regnano
sulle cose e sulle persone.
Esoteriche immagini,
trasmutano
esaltanti
nel
magico scenario.
Una
complice brezza
inebria
gli
uomini.
Furtive coppie,
tra
le
sparse e vetuste
virtù,
s’avviano
vergognosamente
ai loro
“giochi”.
Un canuto vetturino,
trascinato dal suo sfaticato brocco, sospirando stornella :
“ma ch’aspettate, pe noi er tempo passa, pe Roma mai”.
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